By: https://www.sardegnaturismo.it/it/le-stelle-della-sartiglia-emozioni-senza-tempo
Soffio di destrieri, scalpitio di zoccoli, tintinnio di bardature, rollio di tamburi ed entusiasmo del pubblico: spettacolo che regala indelebili emozioni. Sa Sartiglia è una giostra equestre la cui origine è da ricercare nei riti pagani della fertilità e prosperità, evento per eccellenza di Oristano, città protagonista della storia sarda a partire da età giudicale. Oltre cento cavalieri al seguito del leggendario componidori, mascherati e vestiti in eleganti abiti di foggia sardo-spagnola, si lanciano al galoppo su cavalli finemente bardati, accompagnati dal rullo incalzante dei tamburi. La prova di abilità consiste nell’infilzare con la spada le stelle sospese. Le ‘corse alla stella’ sono due: la domenica di carnevale si cimentano i cavalieri del gremio dei Contadini, il martedì grasso quelli del gremio dei Falegnami. Il lunedì è dedicato ai giovani, con la Sartigliedda. Alle corse seguono le spericolate esibizioni delle pariglie, poi la festa carnevalesca prosegue nelle piazze fino a tarda notte. Immancabili dolci alle mandorle e vernaccia, delizioso vino locale.
La celebrazione a metà tra sacro e profano è attesa tutto l’anno nella città dei giudici Mariano ed Eleonora. Nata come spettacolo equestre messo in scena per la gioia di possidenti e popolo in occasione di vittorie, incoronazioni e visite di sovrani, sa Sartiglia offre colori, suoni e sensazioni di Sardegna medioevale e poi asburgica. Un registro di consiglieria del 1546 riporta dettagliate notizie sulla Sortilla allestita in onore di Carlo V. Oggi l’evento ripercorre immutati i riti di cinque secoli fa. La sua essenza è la vestizione de su componidori, il capocorsa. Il cerimoniale simboleggia la trasfigurazione del cavaliere in figura soprannaturale: viene vestito da is massaieddas, guidate da sa massai manna. Ogni loro gesto è solenne. Il cavaliere indossa pantaloni di pelle, camicia bianca (ornata di nastri rossi la domenica, di nastri rosa e celesti il martedì) e giacca che si allunga sul davanti. Una maschera dai lineamenti androgini copre il volto, bianca per i Falegnami, color terra per i Contadini. Un velo avvolge capo, fronte e collo.
Il cavaliere divenuto componidori non può toccar terra, dal tavolo della vestizione viene ‘traslato’ sul cavallo. Il signore della giostra incrocia tre volte la spada col suo secondo e apre la serie di discese sfrenate per infilzare la stella. È poi la volta di tutti gli altri cavalieri, ai quali lo stesso componidori concede l’onore della spada. Solo a lui e ai suoi aiutanti è riservata una seconda discesa con su stoccu, una lancia di legno. I momenti della corsa sono scanditi da tamburi e trombe. Il tratto di percorso di fronte alla cattedrale di santa Maria assunta è speciale: il capocorsa si esibisce in sa remada, massima prova di coraggio. Si lancia riverso all’indietro sulla groppa del destriero e benedice la folla in segno di buon auspicio con sa pippia de maiu. Poi il nobile corteo si trasferisce in via Mazzini dove gruppi di tre cavalieri (pariglie) compongono piramidi e torri umane con i corpi in bilico sui cavalli. Terminate le acrobatiche esibizioni, ecco, annunciata da un passo di marcia militare, la svestizione de su componidori, che si toglie la maschera ieratica rivelando il viso di chi ha impersonato la divinità.
Dalle 10 di domenica 11 e martedì 13 febbraio un araldo dà lettura del bando della giostra nelle vie del centro, invitando ad assistere. A mezzogiorno è tempo di vestizione, domenica de su componidori dei Contadini, martedì di quello dei Falegnami. Prima il capocorsa fa visita alla casa del presidente del gremio, da dove parte il corteo di massaieddas, che portano gli abiti, e componenti del gremio, che custodiscono le spade, preceduto da tamburini e trombettieri. Al termine della vestizione, trasmessa su un maxischermo in piazza Eleonora, il corteo raggiunge via Duomo: alle 13.30 inizia la corsa alla stella di componidori, sua pariglia, pariglia dell’altro componidori e altri 120 cavalieri. Poi le discese con lo stocco e sa remada. Attorno alle 16.30 da su Brocci, tunnel che immette in via Mazzini, partono le acrobazie delle pariglie. All’imbrunire (18.30) è il momento della sfilata conclusiva. Infine la svestizione. Tra le due giornate solenni, lunedì 12 è il turno della Sartigliedda, destinata a giovani cavalieri e amazzoni (da 5 a 17 anni) che ripercorrono le gesta degli adulti. I riti sono identici. Unica differenza, la giostra è inondata da coriandoli. La Sartigliedda si replica a Ferragosto sul lungomare di Torregrande.
0 commenti